Come è strutturata la prima visita dall'osteopata?
La prima visita osteopatica, della durata di circa 45-50 minuti, è essenziale per conoscere il paziente e permettere quindi al professionista di delineare le basi di un percorso da seguire ed include tre elementi essenziali:
- anamnesi
- esame obiettivo
- trattamento
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Anamnesi
La prima parte della visita sarà caratterizzata da un colloquio conoscitivo in cui l’osteopata porrà domande di natura differente per comprendere e inquadrare al meglio il motivo del consulto. L’approccio che si tende a prediligere è quello per esclusione ovvero le domande che vi verranno poste, inizialmente, prevederanno come risposte il “si” o il “no”. Ciò permetterà di avere un quadro della sintomatologia il più specifico possibile, essenziale per capire se il problema è di competenza osteopatica o se sono necessarie degli esami specialistici. Una buona anamnesi, però, non prevede solo domande inerenti la patologia che ha portato il paziente a rivolgersi all’osteopata. Durante il colloquio, infatti, verranno raccolte informazioni sulla sfera fisiologica ovvero sulla salute generale del paziente e quindi su eventuali altre visite fatte precedentemente (anche non di natura osteopatica). Il colloquio terminerà con l’indagine della patologia remota riconducibile, quindi, a traumi passati e con tutte quelle informazioni che il paziente fornirà e che saranno considerate importanti rispetto alla sua condizione di salute
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Esame obiettivo
Dopo la raccolta dei dati anamnestici verrà richiesto al paziente di assumere la posizione ortostatica ovvero in piedi, mantenendo la postura nel modo più naturale. Questa seconda parte della visita sarà, quindi, costituita da una prima osservazione generale da parte del terapista, che gli forniranno informazioni importanti rispetto a come il vostro corpo si posiziona all ‘interno dello spazio. Successivamente l’analisi risulterà essere specifica e localizzata all’area di interesse del consulto, richiedendo quindi al paziente l’esecuzione di movimenti attivi e passivi per indagare le differenti strutture anatomiche. L’esame obiettivo poi proseguirà a paziente supino ovvero a pancia in su sul lettino. Anche in questo caso sarete guidati dall’osteopata che spiegherà nel dettaglio cosa, come e quali strutture andrà a valutare. Infine, l’attenzione del terapista si sposterà nuovamente sull’insieme corpo, con l’intento di comprendere se il dolore presentato sia unicamente correlato ad una condizione locale oppure risulti essere sistemico, associato, quindi, alla presenza di compensi del corpo
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Trattamento
L’ultima parte della prima visita sarà il trattamento. A seconda dei dati raccolti e di ciò che è stato riscontrato tramite la palpazione durante l’esame obiettivo, l’osteopata stilerà un piano di trattamento nel rispetto del dolore e della persona stessa. Prima di applicare le differenti tecniche, sarà premura del terapista informavi sui differenti approcci così da prediligere l’approccio migliore rispetto alle esigenze individuali. La prima vista, solitamente, è caratterizzata da un approccio minimalista. Si effettuano quindi poche tecniche, ma molto specifiche in modo da evitare il sovraccarico di strutture che non sono “abituate” ad un trattamento osteopatico, permettendo quindi soprattutto in seconda visita, l’analisi della capacità reattiva dei tessuti alla terapia applicata. Questo permetterà all’osteopata, durante ogni seduta, di stilare piani di trattamenti congrui con quelli precedenti, ma che differiscano tra di loro sulla base di ciò che l’individuo necessita ogni volta per poter migliorare con costanza e progressione.
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